IL MISTERIOSO PORTALE BUGNATO
- Giusi Lombardo

- 9 mar
- Tempo di lettura: 3 min

Chi mi conosce sa che preferisco prestare attenzione nei riguardi dei punti di Palermo di cui si parla meno, ma che hanno anch'essi tanta storia da raccontare.
Da un po' di tempo volevo approfondire le informazioni sull'arco bugnato a punte di diamante che si trova in via del Vespro, vicino alla rotonda del Policlinico, identificato da una targa con il nome di villa Angelotti.

Si tratta del portale d'ingresso alla casina di una famiglia di possidenti terrieri in quelle zone; terreni che partivano da via Filiciuzza per arrivare al cimitero di S. Orsola ricoprendo una superficie di circa 15 ettari. Il loro fondo agricolo era chiamato "Girato di Romano". Alla morte di Giuseppe Angelotti nel 1883 - e della consorte Rosalia Dolce nel 1889, venne suddiviso tra i quattro figli in vita ed i nipoti, figli di un'altra figlia, già allora deceduta.
La casina è stata trasformata in abitazioni civili, ma rimane qualche traccia degli antichi archi.

Dal lato in cui la costruzione si prospetta su via Rocco Jemma, di fronte si apre un cortile chiamato "Di Chiara", probabilmente riconducibile al nome dell'altra figlia erede di Giuseppe Angelotti: Chiara, giustappunto.

Proseguendo per via Rocco Jemma in direzione del Ponte di ferro, che attraversa il fiume Oreto,

la strada cambia nome diventando via Guadagna dopo l'incrocio con via Bergamo, già via dei Mulini. La prima traversa che si incontra a destra, subito dopo quest'ultima strada, si chiama via Angelotti.

E qui c'è tutto un mondo da scoprire: siamo quasi a ridosso del cimitero di S. Orsola, nella parte in cui questo si allunga verso il fiume Oreto. Da alcune costruzioni e dalla impostazione di questa e delle altre strade limitrofe: via Nicola Giannone, via Domenico Bergamini, via Beato Matteo da Girgenti e via Filistone da Siracusa, si nota come siano rimasti i segni di quello che fu un fondo agricolo.

In fondo a via Filistone da Siracusa si trova una villa in vendita.

Quasi ad angolo con via Stazzone c'era una fontanella, ormai rimossa da tempo.

Sulla stecca di case in direzione della villa si trovano diverse edicole votive

e mi ha meravigliato l'esistenza di una di esse in loco, sicuramente opera di qualche devoto, dedicata alla Madonna della Cintura e tenuta meglio di un'altra esistente in via Divisi: quest'ultima molto più vicina al luogo della relativa devozione in città.

La villa si erge sulla sinistra, alla fine di via Filistone da Siracusa; invece a destra delle scale portavano direttamente al cimitero di S. Orsola.

Una costruzione in via Guadagna, poco prima del Ponte di ferro sul fiume Oreto, una volta era una fabbrica di tegole di argilla: mi hanno raccontato che dai fori visibilmente anneriti della parete retrostante, che si affaccia accanto alla villa, fuoriuscivano i fumi di cottura


Ma la storia della famiglia Angelotti non è conclusa perché bisogna trattare di un importante collegamento storico. Sicuramente molti lettori conoscono il portale barocco installato in piazzetta dei Bianchi alla Kalsa: si tratta del portale di Palazzo Lucchesi Palli Marchese di Casalgerardo poi Notarbartolo Marchesi di San Giorgio poi Angelotti, demolito tra il 1960 e il 1961 insieme alla Casa Lombardo, facente parte della stessa isola Lucchesi Palli.

Uno dei figli di Giuseppe Angelotti, Francesco, sposò Beatrice Notarbartolo il 3 gennaio 1888 a Palermo, ed in questo palazzo chiamato anche S. Giorgio (sito in via Sant'Euno - oggi piazza Magione - distrutto dalle bombe nell'ultimo conflitto mondiale e poi definitivamente demolito) nacque Rosalina Angelotti Notarbartolo dei marchesi di S. Giorgio.
Ogni nome di una strada, di una piazza, di un vicolo o di un cortile è custode della memoria storica di quel luogo. Rievocarlo e riscoprilo è la rivelazione di fatti, personaggi e vicende che non meritano di andare perduti.
Bibliografia: Dizionario storico toponomastico del prof. Mario Di Liberto







