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IL RIONE PALERMITANO "MADONNA DI TUTTO IL MONDO": LA STORIA

  • Immagine del redattore: Giusi Lombardo
    Giusi Lombardo
  • 18 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

Avrete qualche volta sentito parlare della "Maruonna ri tuttu lu munnu" (Madonna di tutto il mondo), la cui devozione ha ormai segnato con tale nome, nel linguaggio popolare, tutta la zona che ospita il santuario ad Ella dedicato. 


Siamo nel rione Altarello, quasi a sfociare in via Perpignano. In via Anapo si apre il vicolo Seidita che arriva nell'omonima piazzetta in cui si innalza il piccolo edificio sacro.


Ma da dove nasce questa devozione, così forte e sentita da riuscire a trasferire il proprio nome a tutta la zona? 


La storia risale al tempo del re delle due Sicilie Francesco I, in carica dal 4 gennaio 1825 fino al giorno della sua morte: l'8 novembre 1830. Durante il periodo del suo regno, egli donò al sacerdote Don Salvatore Pipitone una bellissima statua in cera settecentesca di Maria SS., prodotta da un famoso artigiano dell'epoca, di cui però non ci è giunto il nome.

 Invece la chiesetta sorse nel 1873 per volontà di Antonio Seidita, scampato ad un naufragio per grazia ricevuta dalla Madonna. La statua fu conservata per tanti anni a casa di Don Salvatore Pipitone. Finché, dopo la sua morte, la sorella - sua unica erede - la tenne presso di sé all'interno di una teca. 


Da quel momento, iniziò una particolare venerazione verso la sacra scultura, illuminandola sovente con torce e lumini. In seguito, fu trasferita nella chiesetta di piazzetta Seidita e, grazie all'intervento dei monaci benedettini, le fu posto un globo d'argento sulla mano sinistra, come a reggere il peso di tutto il mondo, per proteggerlo. 

Da allora divenne per sempre "A Maruonna ri tuttu lu munnu". Nella mano destra del sacro simulacro i benedettini posero uno scettro, che comunque viene rimosso prima dell'inizio della processione lungo le strade del rione. Successivamente la famiglia Seidita, custode per tanti anni della magnifica statua, ne fece dono alla Curia.    

La Madonna di tutto il mondo (Regina Mundi) di piazzetta Seidita fu particolarmente invocata durante la I guerra mondiale, come testimonia un'immaginetta sacra che la ritrae e sul cui retro sono indicate le "presenti necessità" dell'epoca a protezione dei combattenti e delle loro famiglie, con la richiesta della grazia di una pace imminente. 


L'immaginetta riporta dei segni di tipico inchiostro proveniente da calamaio ed era custodita in una busta contenente una lettera scritta con un pennino ed inviata ad un militare al fronte.     

      

  

Ogni anno, solitamente la seconda domenica di ottobre, si tiene la rituale processione a cura dell'omonima Confraternita che è composta pure da un ramo femminile sorto nel 1977. Nei giorni precedenti, viene organizzata una serie di manifestazioni religiose. 


Nonostante la processione negli ultimi anni sia meno seguita rispetto al passato, suscita sempre molta emozione nei fedeli. Durante il percorso, la mano della statua della Madonna, leggermente sollevata e priva dello scettro, non è più quella di una regina, ma di una madre che benedice non soltanto i suoi figli del quartiere, ma anche quelli di "tuttu lu munnu".

  

Foto del sacro simulacro e della processione tratte dalla pagina https://www.facebook.com/MadonnaDiTuttoIlMondo/?ref=page_internal                                                  

 
 
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