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IL "SORVEGLIANTE SILENZIOSO" DI BALLARO'

  • Immagine del redattore: Giusi Lombardo
    Giusi Lombardo
  • 26 lug
  • Tempo di lettura: 2 min
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Oh poffarbacco! E chi è questo signore con parrucca ed abito settecenteschi che ci guarda dall'alto come a sorvegliare i passanti ed il traffico a Ballarò?

Ma soprattutto: dov'è? Eppure, secondo me, gli siete passati accanto chissà quante volte senza accorgervene.

Ve lo svelo subito: il busto marmoreo rappresenta il duca della Fabbrica Giovanni Ramondetta di San Martino che nel suo testamento del 1725 lasciò in eredità 2/3 dei suoi beni patrimoniali al Reclusorio (o Ritiro) di San Pietro, avendo comunque cura di destinare l'ultimo terzo per "le doti di maritaggio di fanciulle vergini, oneste, bisognose e pericolanti". Un vero benefattore, insomma. Per la sua ubicazione, qualche indizio l'ho già fornito: si trova a Ballarò in via Ritiro San Pietro, sul portale del parlatorio. Presumibilmente, con il mercato sempre attivo ed animato, non ci avete mai fatto caso.

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Ma cosa era questo Ritiro? La sua storia parte poco oltre un secolo prima della data del testamento del duca. Quando nel 1624 si rinvennero le reliquie della Santuzza sul Monte Pellegrino, il pio sacerdote Giuseppe Benfante ottenne l'autorizzazione dal Cardinale Giannettino Doria di fondare un Conservatorio per peccatrici pentite con il titolo di S. Rosalia. La sua prima sede fu presso la scomparsa chiesa parrocchiale di S. Giovanni dei Tartari e poi, il primo settembre 1666, venne trasferita in contrada Trappettazzo, in quello che fino al 1653 era stato il monastero delle Carmelitane scalze, poi trasferite a Porta dei Greci, assumendo il nome di Ritiro (o Reclusorio, come già detto) di San Pietro, in onore dell'arcivescovo Pietro Martines Rubio.

Infine, nel 1715, trovò la sua definitiva localizzazione nell'edificio che diede anche il nome alla strada in cui si eleva.

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Successivamente divenne un ricovero per anziani: l'Opera Pia degli Istituti riuniti di Assistenza femminile, tutelato dalla Prefettura. Attualmente ospita il Centro Sociale San Francesco Saverio, a cui si accede da via Corrado Avolio 2. Infatti, l'edificio è molto grande ed occupa un intero isolato fra la suddetta via Avolio, via Ritiro S. Pietro, via Tommaso De Vigilia e via Giuliano Majali.

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Chiudo con una curiosità: per qualche anno, poco prima del 1715 quando venne intitolato a San Pietro, l'edificio ospitò il "Ritiro delle discole sotto il titolo di San Giuseppe dietro il Carmine". Discole...dovevano essere davvero monelle! Ma di questo argomento tratterò in uno dei miei prossimi articoli.


Bibliografia: Palermo - Dizionario storico toponomastico di Mario Di Liberto

Palermo felicissima di Nino Basile

Sugli Istituti di Emenda della città di Palermo dal secolo XVI al secolo XIX di Luigi Sampolo

 
 
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