LE SORPRESE DI CIACULLI: IL BAGLIO REGIA CORTE
- Giusi Lombardo
- 16 mar
- Tempo di lettura: 2 min

Ciaculli è una borgata dell'agro palermitano che vanta un esteso territorio, stimato addirittura per tre volte della città murata. Il suo nome deriva dalle piccole pietre calcaree che si creavano alle falde del Monte Grifone, quando pioveva in abbondanza: i ciacuddi, diminutivo di "ciache", parola proveniente dal termine arabo "sciaqqat", ossia "pezzo di pietra".
Una delle mie passeggiate prevedeva la sua perlustrazione e, come prima tappa, ho scelto il baglio Regia Corte, in cui sono giunta dalla corsia laterale della Circonvallazione in direzione di Villabate, imboccando via Chiaravelli dove si trova una delle entrate della location per eventi "Baglio Culluzia". Proseguendo sono arrivata in via Funnuta, in cui ho svoltato a sinistra e, poco dopo sempre a sinistra, sono arrivata in via Regia Corte. Sappiamo che Ciaculli è una borgata sorta per la ricchezza e la fertilità dei suoi terreni agricoli e famosa per la coltivazione dei mandarini tardivi, per cui durante la mia passeggiata mi sono praticamente immersa nella natura delle nostre belle campagne siciliane. Ovviamente, proprio per le sue caratteristiche, in passato fu una delle zone prescelte dall'aristocrazia e dagli ordini religiosi per realizzarvi ville di villeggiatura per la prima e bagli di riposo estivo per i secondi. Il Baglio Regia Corte fu proprio uno di questi ultimi: nel 1701 venne costruito dai Gesuiti ed il portale, infatti, reca la data di realizzazione e lo stemma gesuita ancora oggi.

Dal portale stesso si accedeva al cortile, anch'esso dal nome "Regia Corte". I Gesuiti di San Francesco Saverio avevano acquistato la proprietà nella seconda metà del Seicento, innalzando un torrione intorno a cui, nel tempo, nacquero le case. Quelle addossate alla destra del baglio sono di epoca tardo ottocentesca, leggermente influenzate dallo stile liberty.


Presumibilmente il torrione apparteneva ad un sistema di torri di guardia alle sorgenti, per difenderle dalle incursioni dei corsari.

Ma allora a cosa si deve il toponimo Regia Corte? Ebbene, probabilmente, dopo l'espulsione dei Gesuiti del 1767, la proprietà venne acquisita dal Demanio di allora, detto anche Regia Corte. Ai piedi del portale si trova una vasca

e, di fronte, il cortile Di Fresco, dal nome di storici proprietari della zona che in passato producevano e commerciavano agrumi e, forse, anche olio e vino.

Ne ho avuto conferma da qualche gentile residente, perché - lungi da me voler fare l'Urbex - ho dato un'occhiatina alla parte retrostante del baglio: vi esistono ancora una macina di pietra, una botte e delle vecchie cassette di frutta riportanti il nome stampato "Gaspare Di Fresco".




Naturalmente non mi sono addentrata più di tanto perché ho visto che è tutto pericolante, ma il soffitto affrescato non me lo aspettavo proprio!

E poi, quella bellissima preola ri racina! (Pergola di uva).


In ultimo, è stata una vera e propria soddisfazione notare che ancora oggi vengono usati i sistemi di irrigazione alla maniera araba ed inoltre ho trovato un piccolo negozio, dove si produce pane cotto nel forno a legna, in cui ho comprato biscotti buonissimi, vino e ovviamente anche il pane.

Penso che rivalutare seriamente questa meravigliosa borgata, che conserva tanti tesori naturalistici, storici e monumentali dovrebbe diventare una bella realtà.
Bibliografia: Dizionario storico toponomastico di Mario Di Liberto
Le ville di Palermo di Salvatore Requirez